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"In Carezze e graffi, titolo quanto mai emblematico dato pour cause ad una raccolta davvero stimolante per i diversi piani tematici, per la pluralità delle atmosfere tonali e per i tanti livelli di lettura che ampliano i centri di rifrazione realistico-evocativi e lirico-mnemonici, ogni poesia - che si accredita per la sua robustezza e fluidità di dettato - è una tessitura di intimi e non convenzionali ripensamenti sull'esistenza oltre i tumuli degli occultamenti, delle inutili astuzie, degli amari rendiconti e delle violenze, psicologiche e fisiche (emblematici, in proposito, i versi dedicati a Monia), per ritrovare - senza reclinare verso la sentenziosità - le radici smarrite della vita e ricominciare, con coraggio, un «viaggio»: beninteso quello interiore. Difficile senz'altro, respingente in molti casi, ma su cui scommettere per evolvere il nostro essere qui e ora verso una dimensione resa significativa - pare suggerire Giuliana Sanvitale, poetessa dalla coscienza vigile ed avvezza e scavare in sé e nei fatti - dal bisogno irrecusabile di conoscenza, di verità e di bellezza." (dalla prefazione di Sandro Galantini)